Terzo pilastro, quali i vantaggi per i frontalieri?

I frontalieri e gli immigrati che lavorano in Svizzera hanno sicuramente già sentito parlare del cosiddetto Terzo pilastro, uno dei tre tasselli del sistema pensionistico svizzero. Accanto alla pensione di base AVS e al Secondo pilastro, in Svizzera il sistema pensionistico prevede anche la possibilità di aumentare la somma disponibile dopo il pensionamento attraverso un piano di risparmio privato, denominato appunto Terzo pilastro. Si tratta di un conto vincolato che permette di dedurre dal reddito imponibile il premio pagato. In che misura questa opportunità può essere interessante anche per i frontalieri? Lo abbiamo chiesto a Mario Marangoni, direttore della società di consulenza assicurativa Conmaris SA di Arzo, che sul tema il 5 giugno terrà una conferenza a Como. 

 

Per quali ragioni una persona occupata come frontaliere in Svizzera ha interesse a stipulare un Terzo pilastro?

Noi sappiamo che a una determinata data, a 65 anni, quando andremo in pensione, potremo contare sulla rendita AVS, e sappiamo anche che oltre a questa rendita potremo contare anche sulla pensione del Secondo pilastro. Ma quello che molti non sanno che queste rendite non superano il 60% del nostro salario attuale. Cosa fare allora per essere previdenti? Bisogna pensare a come sarà il tenore di vita quando si raggiungeranno i 65 anni se non si provvede personalmente a incrementare quello che potrebbe essere la propria rendita. La soluzione si chiama chiama Terzo pilastro.

 

Quindi il Terzo pilastro non è nient’altro che una forma di risparmio?

È una forma di risparmio studiata appositamente per far sì che al mio pensionamento io possa avvicinarmi al tenore di vita che avevo quando stavo lavorando. Il Terzo pilastro serve a colmare la cosiddetta “lacuna previdenziale”, il termine con cui si definisce la differenza fra il salario durante l’attività lavorativa e le rendite su cui si potrà contare al momento del pensionamento. Probabilmente neanche con il Terzo pilastro si potrà raggiungere il salario che si guadagnava prima, ma almeno ci si può avvicinare.

 

Una delle ragioni per stipulare un Terzo pilastro è data dal beneficio fiscale, in quanto si può dedurre il premio dal reddito in sede di dichiarazione…

È vero per chi stipula un Terzo pilastro è previsto anche un beneficio fiscale. Ma chi è tassato alla fonte, come la maggior parte dei frontalieri, può approfittare di questo vantaggio solo se il 90% del reddito è guadagnato in Svizzera. E questo per molti frontalieri non è il caso. Noi però riteniamo che il beneficio fiscale non deve essere la ragione principale per stipulare un Terzo pilastro. Noi consigliamo innanzitutto di fare una una analisi approfondita di quella che sarà la situazione al momento del pensionamento. Se dovesse risultare che le rendite su cui si può contare non permettono di continuare a vivere serenamente come si viveva prima, il Terzo pilastro rappresenta la logica conclusione. Un Terzo pilastro va stipulato per la convinzione che senza di esso al momento del pensionamento si farà fatica ad tirare avanti. Se poi si può ottenere anche un risparmio sull’imposta alla fonte, tanto meglio.

 

II Terzo pilastro è interessante anche per i frontalieri?

I frontalieri potrebbero addirittura averne più bisogno di altri, per due ragioni. Innanzitutto hanno spesso cominciato a lavorare in Svizzera più tardi, e quindi gli mancano diversi anni contributivi. Secondariamente molti hanno investito una parte del Secondo pilastro per costruire la casa. E quindi non potranno avere, al momento del pensionamento, una pensione piena. Per questo diciamo che va fatta una analisi della situazione previdenziale.

 

Quali altre prestazioni sono contemplate dalle polizze del Terzo pilastro?

Un aspetto importante è che permette di raggiungere l’obiettivo anche se dovesse succedere qualcosa. In caso di decesso il capitale è garantito, e la famiglia, gli eredi, possono contare su di un capitale che permetta loro, per esempio, di non dover vendere la casa. Lo stesso vale se dovesse sopravvenire una invalidità, in quanto il premio viene in questo caso coperto dall’assicurazione. E quindi al momento del pensionamento si potrà ugualmente contare su un capitale.

 

Mentre il Secondo pilastro, che è obbligatorio, ha normative molto rigide, il Terzo pilastro si presenta in diverse varianti…

Chi stipula un Terzo pilastro può sceglierlo “vincolato”: in questo caso il capitale si libera solo al momento del pensionamento. In cambio si ottiene un vantaggio fiscale, perché se si risponde ai requisiti di cui abbiamo parlato prima, si può mettere in deduzione il premio e risparmiare sull’imposta alla fonte. Se invece non si ha diritto alla deduzione del premio, si può stipulare un Terzo pilastro libero, che permette di fissare liberamente la durata del piano, e quindi di incassare il capitale alla scadenza desiderata.

Chi stipula unTerzo pilastro ha anche la possibilità di scegliere diversi prodotti che a dipendenza della propensione al rischio possono portare a rendimenti differenti. Ci sono prodotti che garantiscono il capitale, altri che offrono un rendimento maggiore, ma sono legati all’andamento di titoli selezionati dal cliente.

 

Per concludere, cosa consiglia ai frontalieri?

Il frontaliero spesso non si rende conto che ha un tenore di vita più alto degli italiani che lavorano in Italia. E così non pensa al risparmio, e quando comincia a pensarci è troppo tardi. È importante far capire ai giovani che bisogna cominciare presto a risparmiare, perché se si comincia a pensare alla pensione a 50 anni potrebbe essere troppo tardi.

I giovani devono pensare già oggi al loro futuro.

 

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